Ignazio di Loyola e la(le) sua(sue) conversione(i): 500 anni dopo – Giornata di Studi ignaziani – 16 dicembre 2022

Iniziatore della pratica moderna degli Esercizi Spirituali, Ignazio di Loyola iniziò il suo percorso con un fallimento: nel 1521, da soldato, durante la battaglia di Pamplona, rimase gravemente ferito ad una gamba. Si vide così impossibilitato a realizzare i sogni che abitavano la sua immaginazione. Ciononostante, fu proprio a partire da questa ferita che si aprì il cammino per la sua conversione religiosa e per una immaginazione più ampia e differente. Ignazio diede quindi inizio a un lungo pellegrinaggio, in verità un lungo itinerario di conversione, dalla sua convalescenza a Loyola sino al suo arrivo a Roma, da dove governò la Compagnia di Gesù come Superiore Generale. Questo, dopo essere passato per moltissime località, come il convento benedettino di Montserrat, in cui risiedette nel 1522 e nel quale, simbolicamente, lasciò la sua antica vita per abbracciare una esistenza interamente nuova. Progressiva fu pertanto la trasformazione del soldato Iñigo López nel fondatore della Compagnia di Gesù Ignazio di Loyola, la cui eredità perdura ancora ai nostri giorni.
Cinquecento anni dopo la ferita che lo aprì ad una nuova vita, questa Giornata di Studi Ignaziani punta ad avvicinare il significato della conversione di Ignazio di Loyola non solo a partire dalle sue conseguenze storiche ma soprattutto a partire da una comprensione più globale e complessa della spiritualità umana.
Cosa implicava infatti, nel 1521, convertirsi ad una nuova forma di vita? Per quanto isolati, i gesti di conversione sono preceduti e seguiti da molte altre trasformazioni. È questo l’esempio che ci viene mostrato da Ignazio. Quali e quante sono, pertanto, le sue conversioni? Dalla stessa Autobiografia ignaziana (II, 18) sappiamo come l’evento della conversione ha attraversato una pratica di penitenza ascetica che, solo dopo molta maturazione, si concretizzerà nella Contemplazione per raggiungere l’amore degli Esercizi Spirituali (EE 231-237). Il cambiamento di nome, lo spogliarsi dei beni, le pratiche ascetiche, l’esperienza di sentirsi accompagnato, amato e accolto da un Dio che lavora nella fragilità umana sono tópoi della conversione che ricorrono frequentemente nelle diverse storie di vita religiosa. E, in effetti, possiamo incontrare questi tópoi in altri tipi di conversione, che rinviano ai grandi archetipi greci dell’epistrophē, della metanoia, della metastrophē, della periagogē, della epiphania, e dello shûb hebraico, i quali, in modo differente, hanno influenzato la nozione latina di conversio.
Per comprendere i molteplici aspetti della conversione ignaziana, esploreremo quindi la conversione di Ignazio attraverso un approccio multidisciplinare della spiritualità, analizzando gli esempi e gli archetipi che l’hanno influenzata. È in questo contesto che cercheremo di analizzare il suo significato, nel suo prisma antropologico, psicologico e teologico, interrogando l’attualità di una trasformazione dell’esistenza che forse ancora oggi può riguardare tutti gli esseri umani.